[Python] Re: Digest di Python, Volume 9, Numero 28
Lawrence Oluyede
l.oluyede a gmail.com
Gio 11 Gen 2007 15:01:15 CET
Innanzitutto grazie per la mail
On 1/11/07, Pietro Battiston <battiston a mail.dm.unipi.it> wrote:
> Introduzione brevissima: sono Pietro, salve, è la prima volta che scrivo
> (e in generale con il python sono proprio agli inizi) ma seguo sempre le
> vostre diatribe (è divertente!).
Eh eh partecipa alle diatribe, cosi magari abbiamo altri spunti :-)
Così non siamo i soliti 4 a discutere.
> - sia sensato partire in grande con pythonisti, perché può essere utile
> a tutti (sì, lo so, è facile parlare quando non si scrive una riga di
> codice :-)
Ok.
> - sia doveroso offrire la possibilità agli utenti volenterosi di
> localizzare il sito in qualsiasi lingua
Va bene, noi si parte con la versione inglisc e quella che in base
alla lingua del browser traduce in italiano. Poi si vedrà, tanto basta
distribuire il file delle traduzioni
> - sia doveroso localizzare in italiano il sito "on the fly", ovvero
> possibilmente creare le strings di traduzione contemporaneamente o
> appena prima rispetto alla loro pubblicazione... semplicemente perché se
> un'azienda italiana vuole contattare un pythonista italiano ci parlerà
> in italiano, e questo sito nasce dai pythonisti italiani (su questo
> punto offro volentieri anche la mia disponibilità, magari datemi una
> dritta su come muovermi e cosa tradurre... se poi ho tempo localizzo
> anche in francese)
Non ho ben capito questo punto. Se un'azienda vede scritto "milano"
"django" "email" può farcela a cliccare su email e mandare una mail in
Italiano (o in Senegalese o in Mandarino se vuole) al Pythonista
> - per lo stesso identico motivo, sia doveroso offrire la possibilità
> agli utenti di inserirsi il proprio profilo in inglese E nella lingua
> originale, consigliando caldamente di inserire entrambi ma senza
> obbligatorietà... così è l'utente a decidere di chi vuole catalizzare
> l'interesse*
Io direi che se il sito va localizzato (cosa che io per inciso
eviterei di fare, ma se si fa mi sta bene) si specifica a chiare
lettere (tanto a parte per gli Italiani per gli altri sarà ovvio dato
che avremo solo 2 versioni del sito) che se si vuole più visibilità la
lingua è l'inglese. Se poi uno scrive in Swahili sono affari suoi
> - mi sembra di capire che ogni utente avrà un campo "nazione". Allora
> per gli indirizzi le parti "subnazionali" ("via", nomi delle città)
> vanno rigorosamente nella lingua locale (e lo si fa capire con un
> esempio, come in google maps), mentre il nome della Nazione (che al
> momento dell'iscrizione può essere selezionato da una lista, facilmente
> reperibile, in cui ogni nome figura nella lingua d'origine ma a cui è
> associato il nome in inglese) va in inglese se l'utente "visitatore" non
> è di quella Nazione (o è gmaps :-), altrimenti si omette (come si
> dovrebbe fare in un normale indirizzo)
La nazione è in inglese ma se volete localizzare dovete tradurre anche
quella. Le vie ovviamente non si traducono
> - gli utenti e le aziende debbano essere più possibile equiparati...
> ovvero devo poterli trovare nella stessa mappa, nella stessa lista di
> "quelli che usano il software libero", di "quelli che danno
> consulenza"... poi ovviamente devono essere distinguibili (magari nella
> mappa con delle belle iconine) e avere alcuni campi diversi (l'azienda
> non avrà il campo "disponibile per assunzione" :-)
Quella mappa diventerà un campo minato dopo che hai scoperto tutte le
caselle. Sarà piena di pallini. Le aziende secondo me non ci devono
essere.
> P.S: * ovviamente sarebbe ganzo, ma non mi sento di dire quanto
> complichi le cose, che l'utente potesse aggiungere profili in tutte le
> lingue che desidera
Le dovrebbe anche conoscere e a quanto pare è un problema dare per
scontato l'inglese, figurati lingue a caso. Senza offesa per nessuno
--
Lawrence
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