[Docs] Infrastuttura per la gestione della documentazione
Manlio Perillo
manlio_perillo a libero.it
Ven 25 Maggio 2007 16:19:11 CEST
Alan Franzoni ha scritto:
> Il 23/05/07, Manlio Perillo<manlio_perillo a libero.it> ha scritto:
>> Non dimentichiamo che avere la traduzione nello stesso formato del
>> documento originale ha molti vantaggi.
>
> Il problema "solito" è che c'è poca gente dietro al tutto, e stare a
> tradurre un documento LaTeX porta via più tempo che tradurne uno in
> reST.
Dipende da quale linguaggio conosci già.
Io conosco LaTeX e quindi non ho problemi.
Tu magari conoscevi già reST.
Bisognerebbe vedere i pareri di chi non conosce nessuno dei due.
> Perlomeno, io mi sto incasinando abbastanza con il LaTeX, sarà
> perché non lo conosco... ma non mi piace tanto ^_^
>
Se è per questo, nemmeno a me piace molto :-).
> Da notare anche un'altra cosa: non mi risulta ci siano 'grandi
> traduzioni' in giro per il mondo fatte traducendo direttamente il
> .tex. Ho provato a cercare in giro, l'unico parte della doc tradotta
> in .tex è un tutorial in tedesco, fermo alla versione 1.5 di Python
> (anno 1999). Per il resto, gli altri documenti sparsi in giro per il
> mondo (ne ho guardati alcuni eh, non tutti!) sono creati con mezzi e
> formati un po' a discrezione di chi fa la traduzione. Anzi, a dire la
> verità, devo dire che il corpus tradotto in italiano è già discreto
> per quanto riguarda la documentazione.
>
Si, il precedende webmaster ha fatto un lavoro immenso.
Divideva i documenti in piccoli pezzi (a mano), e li passava ai
traduttori convertendoli in semplice testo.
Quindi coordinava il tutto ed integrava.
Come si vede, se c'è la volontà si può fare tutto (il problema è che io
non ne ho).
> Perciò, considerando che il convertitore rst2latex è già adesso parte
> delle docutils, e quindi una riconversione è comunque possibile... io
> voterei per passare a questo sistema anche per la documentazione.
>
Io direi che è ancora troppo presto.
Come si dice: "chi lascia la vecchia via per la nuova, sa cosa lascia ma
non sa quello che trova".
E se in futuro ci accorgiamo dei limiti del nuovo formato, che si fa?
Buttiamo tutto quello già fatto?
> Inoltre c'è un'altra idea che mi è 'saltata alla testa': dovremmo
> decidere una specie di 'coda di priorità' per quanto riguarda la
> traduzione. Leggendo quello che stavo traducendo, ovvero "Documenting
> Python", mi sono reso conto che è probabilmente uno degli ultimi
> documenti che quasi chiunque potrebbe leggere, in quanto spiega come
> documentare Python usando .tex. Essendoci svariati altri tool per la
> documentazione in giro, e pensando già io in primis di abbandonare
> latex, è probabilmente un documento che andrebbe perdendosi
> nell'inutilità.
>
> Naturalmente non è che io dica che latex fa schifo ed è inutile; però
> abbiamo bisogno di massimizzare al 100% le nostre (scarse) risorse.
>
Questo è vero.
Per adesso quello che importa è aggiornare alla nuova versione, dalla 2.3.
Assumendo 4 persone che aggiornano un documento al giorno, in qualche
mese si conclude.
> Un programmatore scafato, inoltre, avrà al 99% una conoscenza più che
> buona dell'inglese, almeno tecnico, e non necessiterà affatto delle
> nostre traduzioni.
>
Si.
Infatti io non credo molto nelle traduzioni.
Quando possibile cerco di studiare sempre sugli originali.
> Quindi i documenti che sarebbe meglio avere sempre tradotti &
> aggiornati in italiano (alcuni dei quali sono già pronti) sarebbero
> (IMHO):
> - Il tutorial di GVR
> - La library reference
> - Il nonprogrammer tutorial di Cogliati
> - Dive into Python
> - How to think like a computer scentist
> - Instant Python
>
Il Dive into Python, purtroppo, è scritto in DocBook, è pure male (nel
senso che non sembra scritto a mano, e quindi è complicato vedere cosa
aggiornare).
> Per il resto... be', ritengo davvero che sarebbe superfluo imbarcarsi
> in traduzioni. Le persone a cui potrebbero servire altri argomenti
> dovranno in ogni caso, necessariamente, impararsi quel tanto di
> inglese tecnico necessario a capire dove debbano andare a parare. In
> fondo, quando si passa ai corsi di informatica all'università o alla
> programmazione "professionale", è pressoché impossibile permettersi di
> non sapere l'inglese.
>
Si, sono daccordo.
Per ora dobbiamo decidere se restare con LaTeX e chi può occuparsi a
tempo pieno della coordinazione.
Saluti Manlio Perillo
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