[Python] Consiglio ambiente di sviluppo

enrico franchi enrico.franchi a gmail.com
Sab 19 Lug 2008 11:16:33 CEST


2008/7/19 Paolo Ferretti <paolo a paoloferretti.it>:

> Condivido in pieno. Se non sbaglio in Word il salvataggio si fa con la
> combinazione SHIFT+F12, quindi maggiore efficienza rispetto ad ESC :wq, che
> alla fine sono 4 tasti premuti utilizzando due mani, contro due tasti
> premuti utilizzando una sola mano ;-)

Hint: per uscire si fa :x se il problema è un tasto in più. Hint2: per
savare basta :w.
Contare ESC è fuorviante: dipende se sei in modalità inserimento o
meno. Hint3: contare il numero dei tasti schiacciati è ridicolo. Se
bisogna mettersi a fare bene le cose, bisognerebbe mettersi a contare
i *movimenti* della mano. Schiacciare tre tasti vicini alla zona dove
si hanno le mani è molto più rapido che schiacciarne due distanti fra
loro etc etc etc. Se ci si vuole mettere a fare questi conti non se ne
esce più: la pragmatica (ovvero minimizzare questi movimenti) ha
portato ad Emacs e vim. A loro modo ciascuno cerca di minimizzare lo
sforzo e velocizzare l'uso.

Citare word ad esempio di 'efficienza delle scorciatoie' è un po' come
citare Hitler come modello di benefattore.
E' un programma *assolutamente* scomodo da quel punto di vista (specie
la versione italiana: shift-12 per salvare è qualcosa di abominevole
dopo circa 10 anni che lo "standard" dei programmi usa ctrl-s per fare
la stessa cosa).

Tornando brevemente a noi: vi e Emacs hanno entrambi elaborati sistemi
di scorciatoie per essere usati da tastiera. Quale dei due sia più
comodo dipende in buona parte dalle abitudini e dall'esperienza con
l'uno e con l'altro. Di fatto, nessun altro programma di mia
conoscenza sopravvissuto con una buona base di utenti fino ad oggi è
altrettanto comodo da usare puramente da tastiera.

Ma non ci sono proprio cazzi: entrambi sono stati pensati per quando
non esisteva altro modo e sono estremamente ottimizzati in tal senso.
A me è capitato di usare piuttosto a lungo entrambi, per diversi
motivo (per esempio la tesi l'ho fatta quasi tutta su Emacs, visto e
considerato che il modo Prolog dello stesso stava spanne sopra tutto
il resto, mentre ora è qualche tempo che uso più spesso vim --
principalmente perchè se no uso TextMate: se uso vim o emacs è perchè
sono in remoto su qualche macchina *nix e tutt'ora trovo che vim si
comporti meglio in questo uso).


> Per proseguire sugli editor/IDE, se si ha voglia di spendere qualche Euro
> sono ottimi anche TextMate [1] (per Mac) e E-TextEditor [2] (per Windows).
> Con il cambio favorevole Euro/Dollaro si spende veramente poco. Spesso per
> modificare pochi file al volo uso E-TextEditor su Windows, costa poco ha
> degli ottimi bundle per Python e può esserti utile anche per molte altre
> cose. In più è facilmente personalizzabile (o customizzabile, usando un
> orrore dell'italo-inglese!).

In particolare anche io uso TextMate. Mi parrebbe tuttavia
assolutamente sbagliato vederlo come qualcosa di *diverso* da Emacs e
o vim. La macrofilosofia è la stessa: editor programmabile
multi-utilizzo snello e leggero. Tendenzialmente l'opposto del
pachidermico Eclipse.

Poi TextMate è diverso da Emacs e da vim (anche se non estremamente
diverso dal primo, per certi versi). A mio modesto parere è "migliore"
di entrambi, ma non posso che limitarmi a considerarla la mia opinione
relativa al mio utilizzo.



-- 
-enrico


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