<div dir="ltr"><br><div class="gmail_extra"><br><div class="gmail_quote">Il giorno 4 maggio 2018 18:01, Iacopo Spalletti <span dir="ltr"><<a href="mailto:iacopo.spalletti@gmail.com" target="_blank">iacopo.spalletti@gmail.com</a>></span> ha scritto:<br><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0 .8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex">La cosa che mi fa più gola è la dichiarazione della versione di python<br>
da usare e l'integrazione con pyenv che consentirebbe di gestire in<br>
modo molto comodo l'upgrade delle versioni di python<br></blockquote><div><br></div><div>pyenv, altro tool utile</div><div><br></div><div>io sulla macchina di sviluppo tengo virtualenv e virtualenvwrapper globali </div><div>installati con apt per capirsi, ed è l'unico passo fatto con sudo</div><div><br></div><div>lato utente poi posso far convivere tutte le versioni di python che voglio tramite pyenv</div><div><br>faccio poi i vari mkvirtualenv per ogni progetto specificando il path della versione precisa del python che mi serve<br></div><div><br></div><div>a quel punto mi basterà un workon per avere un ambiente completo e autocontenuto</div><div><br></div><div>per ogni progetto versiono sia il requirements.txt che il <a href="http://requirements.in">requirements.in</a></div><div>e vivo abbastanza felice da qualche anno aspettando che passi la tempesta perfetta dei gestori di pacchetti<br></div><div><br></div><div>per carità, capisco che il mio approccio risulti più artigianale e limitato dei vari buildout, poetry, etc.</div><div>però, per il mio caso d'uso, ripeto!, per il mio caso d'uso, lo trovo essenziale e mi ci sono abituato<br></div><div><br></div><div>jm2c</div><div>Marco</div><div><br></div></div></div></div>