<div dir="ltr"><div class="gmail_extra"><div class="gmail_quote"><br><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0px 0px 0px 0.8ex;border-left-width:1px;border-left-color:rgb(204,204,204);border-left-style:solid;padding-left:1ex"><span>Nicola Musatti:<br><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0px 0px 0px 0.8ex;border-left-width:1px;border-left-color:rgb(204,204,204);border-left-style:solid;padding-left:1ex"><div dir="ltr"><div><div><div>Mi sembra che il problema, se così vogliamo chiamarlo, non sia tanto nel post in sé, quanto nel confronto tra due punti di vista diversi su come un organizzazione come Python Italia deve porsi al pubblico. Da una parte c'è un punto di vista di derivazione americana, dove viene data grande importanza alla "political correctness", e dall'altra un punto di vista più nostrano, più orientato al "non farsi tanti problemi".<br></div>Penso che sarebbe una buona idea cogliere l'occasione della conferenza per ragionare su questo, al di là da come si decide di gestire il post in questione.</div></div></div></blockquote></span></blockquote><div><br></div><div>+ 1</div><div><br></div><div>Marco Beri: </div><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0px 0px 0px 0.8ex;border-left-width:1px;border-left-color:rgb(204,204,204);border-left-style:solid;padding-left:1ex"><div>Intendiamoci, ci sono cose su cui concordo nel non transigere (una su tutte l'attenzione e il rispetto per le nostre colleghe pythoniste e non solo), ma quando si tratta di fare qualche battuta su PHP, MySQL, Oracle, M$, Perl e, ovviamente, Python e Van Rossum, suvvia, siamo dei cazzari italiani nell'animo, e lasciamoci un po' andare...</div></blockquote></div><br>+1</div><div class="gmail_extra"><div><div><div><br></div><div><br></div><div>PS: mi piace l'idea del "political correctness", la trovo mia in parecchi ambiti: di genere, religiosi, nazionalistici, culturali... (pelati inclusi) </div><div><br></div><div>Sul mondo dei programmatori e le scelte o non scelte del linguaggio di programmazione non vedo come dire: "Scusate quel rubysta in fondo alla stanza può smettere di dar fastidio per cortesia?" possa denigrare qualcuno. </div></div></div><div><br></div><div>Anzi essere pythonista, rubysta, javista non è uno status, ognuno è libero di classificarsi o non classificarsi in un ambito o nell'altro o in entrambi. E' esso stesso una definizione gogliardica...</div><div>mica è una fede.</div><div><br></div><div>Quindi non vedo come si possa leggere la frase in modo da paragonarla a una frase razzista, o di genere... questa si chiama distorsione della realtà...</div>
</div></div>